Calcolosi Urinaria
Calcolosi Urinaria
La calcolosi (o litiasi) urinaria è una delle più comuni e antiche malattie delle vie urinarie.
Questa patologia presenta la formazione di calcoli lungo le vie urinarie determinati da un processo chimico: una sostanza contenuta nelle urine è più concentrata del normale, causando così la formazione di cristalli che, fondendosi tra loro, si aggregano e realizzano appunto i calcoli.
Nelle nazioni socio-economicamente più avanzate la prevalenza della calcolosi urinaria varia fra il 4% e il 20%. In Italia la prevalenza di questa patologia varia dal 6% al 9%.
In Europa il 40% dei calcoli è composto da calcoli misti di ossalato e fosfato di calcio, ossalato di calcio in una percentuale pari al 30% e fosfato di calcio in una percentuale pari al 12%; meno frequenti i calcoli di acido urico (6%) e di cistina (2%)
La sintomatologia
I calcoli urinari si formano tipicamente nel rene e possono spostarsi all'interno del apparato urinario fino a lasciare l'organismo insieme al flusso di urina.
Un piccolo calcolo può passare senza causare sintomi. Se invece diventa più grande di 5 millimetri, può causare il blocco dell'uretere con un conseguente forte dolore nella parte bassa della schiena o dell'addome.
I sintomi tipici sono rappresentati dalla minzione intermittente e dolorosa con ematuria terminale (sangue nelle urine), con accentuazione della sintomatologia al termine della minzione.
La diagnosi
L’analisi del calcolo urinario è un test che permette di determinare la sua natura chimica consentendo così l'individuazione e la correzione dei fattori di rischio individuali.
Le linee guida internazionali ed italiane raccomandano il test esclusivamente attraverso il metodo spettroscopico ad infrarossi.
Tra i principali vantaggi della FT-IR, che garantisce prestazioni più elevate, vi è l'elevata disponibilità di energia che si traduce in un rapporto segnale/rumore (informazioni più accurate) nettamente migliore rispetto alla classica spettroscopia infrarossa.
Modalità di raccolta
Il tipo di calcolo determina la probabilità che esso riesca a transitare spontaneamente. Ad esempio, fino al 98% dei piccoli calcoli (con diametro inferiore a 5 mm) sono in grado di passare autonomamente, attraverso la minzione, entro quattro settimane dalla comparsa dei sintomi, tuttavia con i calcoli più grandi (da 5 a 10 mm di diametro) questo dato diminuisce a meno del 53%.
Nel caso di calcoli dalle dimensioni superiori ai 20mm di diametro, il prelievo può essere eseguito anche chirurgicamente o tramite litotrissia.
Quali sono i sintomi?
I sintomi caratteristici dei calcoli vescicali comprendono:
- Dolore addominale inferiore, spesso molto severo (gli uomini possono avvertire dolore anche a livello del pene);
- Dolore e difficoltà di minzione;
- Aumento della frequenza di minzione, soprattutto di notte (nicturia);
- urina torbida o di colore scuro.
Cosa non mangiare
Non eccedere nei cibi ad alto contenuto di ossalato:
- Cioccolato e cacao;
- Frutta secca: noci, nocciole, mandorle, arachidi;
- Spinaci, bietole, barbabietole, rabarbaro, prezzemolo;
- pomodori verdi;
- Frutti di bosco: fragole, mirtilli, lamponi;
- Pomodori verdi;
- Thè;
- Prodotti integrali